Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 29/05/2010 - 19:15
Ah questo maggio
ah questo maggio
di pioggia e d’inganni di sole
maggio d’assenza di maggio
avrei voluto mare adesso
e onde
disegnare orme parallele
sulle sabbia
camminando vicini
assorti
il corpo aperto alla luce
e tu che mi racconti
ci saremmo sfiorati
consapevoli della complicità dei corpi
e avrei alzato il viso a guardarti
scansando i capelli smossi dal vento lieve
un idillio gentile e intenso
come una carezza d’amore
per noi due, a maggio
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Scritto da © Anonimo - Sab, 29/05/2010 - 17:46
Alla risacca pensa il mare - 2
A quasi giugno il quasi oceano
apre per rinfresco
temendo un certo maggio.
Si fa più ampio il golfo e sale;
assume un tono di accoglienza
chiaro alla spiaggia
come in costume e dotto.
Niente parte dalla costa.
Nessuno sguardo nuovo ammara.
Fila la vela, fila se penso.
E’ passato il vento:
camminava sulle nostre gambe.
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Scritto da © Ladybea48 - Sab, 29/05/2010 - 15:39
Noi
Noi
Sotto un cappello
grondante di pioggia
gli sguardi radicati,
il cuore,
una pompa idraulica
impazzita.
Di lampi d’amore
lividi.
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Scritto da © flymoon - Sab, 29/05/2010 - 14:30
Sospensione
tempo elastico
passato < presente > futuro
gli orologi molli di dalì
tempo-sospensione l'aprirsi del fiore
tempo di blake
sospeso nel balzo
lucente della tigre
tempo diluito non-tempo onirico
tempo dilatato che
scandisce deliri di luce
in una tela di van gogh
tempo sospeso
immobile indolore
felicità animale
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Scritto da © taglioavvenuto - Sab, 29/05/2010 - 13:08
di cui
C’è in quest’aperto
un so ch’è che non è pero
nel mio cuore
quel che spazzolo, da mattina
a sera
il s’io fossi
il nonostante/ brevità/quel ch’è.
rimanendo, fermo:
parlar dei riccioli
a il mondo
oscuro/ levità
di cui
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Scritto da © Bruno Amore - Sab, 29/05/2010 - 09:55
Limerick (nonsense/licenziosi)
4.
se del posto ch'è dietro, parli grasso
sempre c'è, chi vorrà tirarti un sasso
davanti è cosa nota
solo versi lei annota
so d'esser spesso, peso più d'un masso.
5.
come non s'accorge in cotanta spocchia
avere appesi i seni alle ginocchia?
scodinzola per la via
e voglio dir bugia
son belli i suoi capelli messi a crocchia.
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Scritto da © Bruno Amore - Sab, 29/05/2010 - 07:34
L'amore
è quel frutto maturo
semplice chiaro come un avviso
che piano lo mordi
con le labbra appena
e il succo, dalla bocca
dolce come un pianto
va a impiastricciare
le pieghe d'un sorriso.
appena sfiori
con lo sguardo il viso
sentir quello dell'altro
raggiungerti preciso.
ricordi complici di tempi
pazienti nell'attesa
gioia per minimi gesti
e casomai giusta non fosse
non fu mai pesa.
è mosto che ti inebria
reca pensieri vivaci e sensuali
ti vellica la psiche e zone neurali
lento così tu, la giacca appendi
ella lenta si sfila un guanto
quando l'avesse e intanto
coi visi tra le mani
i corpi lievi accanto
caldi d'un tepor che certamente sanno
lisci come velluto, ancora danno
languida dolce gaiezza
non è vero bisogno
semplicemente incanto.
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Scritto da © fabiomartini - Ven, 28/05/2010 - 21:38
Anno Domini 1181
Dieci anni che il mio filo si fa seta di lana
al colore del muschio verde
nell’attesa guardo ogni istante che passa
oltre il monte e nel profondo di queste valli.
San Giorgio dal pendio dove il verde è più verde che mai
suona una campana lontano.
Tutto si scalda soltanto a sognare che tu
sia lì dove sei pensando a noi.
Dieci anni un ricordo che mai si opaca al tuo sorriso.
Ogni anno rinasce ogni volta
nella speranza estrema d’averti con noi.
Capovolgo e ancora di nuovo capovolgo
le ore di sabbia che lenta scende
tra il vetro stretto del canale.
Lune, pollini, soli e foglie di maestrale
a soffiare sulle ventane sfaldando profumi lontani.
Verdi primavere sempre stese ai fiori
soffiano i colori della preziosa pietra d'Assiria e Babilonia.
E dalle mille stelle a infiniti orizzonti
perduti chissà dove
la tua voce da Oriente è un sussurro notturno solo per me.
In mille e mille sere rimaste buie
come perse notti fredde
profondamente vissute le ho accanto a te che mai ci sei.
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Scritto da © musamalade - Ven, 28/05/2010 - 20:14
Di lei.
Lei mi ha aperto e mi ha uccisa
lei mi ha strappato a me stessa come una poesia
e io la vedo che mi sorride anche se è lontana.
Lei mi ha baciato le lacrime e le cicatrici
e non so come dimostrarle il mio amore
mi accompagna dappertutto e mi lascio guidare
sono una bimba che ha paura a sfiorarle la mano
e la guardo da sotto i ricci arrossendo e sorridendo.
Lei certe volte è triste e io non so che fare
il cuore mi diventa roccia e punge
vorrei tanto abbracciarla e raccontarle di lettere morbide
è grazia sensuale e ruvida scogliera.
Lei è il vento e il mare
è la livida tempesta che piange confetti porpora
[è il violino che ti rovescia il cuore]
la mia nube che avvolge e che dolce mi accarezza la pelle
mi dice guarda osserva senti e mi zittisce col dito sulle labbra.
lei mi ha strappato a me stessa come una poesia
e io la vedo che mi sorride anche se è lontana.
Lei mi ha baciato le lacrime e le cicatrici
e non so come dimostrarle il mio amore
mi accompagna dappertutto e mi lascio guidare
sono una bimba che ha paura a sfiorarle la mano
e la guardo da sotto i ricci arrossendo e sorridendo.
Lei certe volte è triste e io non so che fare
il cuore mi diventa roccia e punge
vorrei tanto abbracciarla e raccontarle di lettere morbide
è grazia sensuale e ruvida scogliera.
Lei è il vento e il mare
è la livida tempesta che piange confetti porpora
[è il violino che ti rovescia il cuore]
la mia nube che avvolge e che dolce mi accarezza la pelle
mi dice guarda osserva senti e mi zittisce col dito sulle labbra.
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Scritto da © max pagani - Ven, 28/05/2010 - 19:50
La storia di una Storia
Martina Dietro la Palude
E sono fiori e confetti
E regali da scartare
E sono viaggi e programmi
E forse una pancia da riempire
Sembra una specchio argentato quello all’orizzonte
Sembra un lago incantato incastonato dietro un monte
Di quel lui che non riesci a fare senza
Carne solida, ma che ci vedi in trasparenza
Nulla che somigli alla paura, all’agonia di un incidente
E’ la Palude di Martina, che si avvicina velocemente
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