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blog di Mariagrazia Tumbarello

seme

 
ho messo un seme
attorno al mio collo bianco
perché,
fiorendo,
invitasse altrui destini
a coglier le reciproce attese,
e i medesimi dolori,
e dove residuasse tempo,
dipanasse a corso d'angolo,

rosso

di rosso stinge il fianco
il mattino impudico,
che par rubare al lascito notturno
le lacrime amare
che calan pensose,
davanzali preparàti alle nozze imminenti,
come donzelle che addormentano gli occhi
per rivedere il sogno antico,

giovani vecchi

ho visto due giovani
che si tenevano per mano,
pareva sorreggessero l'universo
di malinconia e lungimiranza,
forse miravano lontano,
tanto lontano,
ma non saprò mai se la mente
affissa tenevano
agli ardori d'un tempo,

sfoltisco emozioni

sfoltisco emozioni,
sono come cartavetrata
per bambini felici
dell'aquilone
teso al cielo,
dono inatteso
e nutrito,
vagheggiato dal tempo,
e nel tempo cullato,
come madre adorante
dinnanzi all'oscuro presagio

notte giovane

come spasimo
pulsante a mille,
percorro ansimante
il nutrito ancestrale
della mia memoria,
graffiando raggiante il corpo
muto
che alza orchestrali di primavere assonnate,
ai riverberi del tempo
assommerei
la composta primavera

genuinità della sera

 
pavento l'ora del giorno,
che squarcia
sinonimi d'eleganza,
ma non afferra a misura
il respiro franco
di quel ch'avanza,
e salpiamo muti
verso altre rive,
quando basterebbe la luce
a farci capire.

giovani che s'amano

i giovani
che si amano
han la luce ai loro piedi,
schiava di quegli occhi semichiusi,
su labbra che adorano,
silenziose,
giri di valzer
incandescenti,
s'appisolano ai ricordi,
e poi prendono il largo
sulle musiche inoltrate

il matto

ho visto un matto,
sull'orlo della strada,
incorniciava sorrisi
alla gente indaffarata,
dispensava carezze
agli sguardi raccolti,
fumanti a capannelli
come bimbi a occhi spenti,
teneva il bavero allungato
per il freddo pungente,

ricordi

 
venivi nei giorni di festa,
quando tutto era parato a nuovo,
la tovaglia buona a quadrettoni
e il libro da compulsare
con mani avide,
tirava aria di malinconia
già prima di lasciarti,
come un'ombra che s'inghiotte i momenti 

onda

se in balia dell'onda
lasciam navigare a vista le nostre altezze,
mai avvicineremo
la rada solitaria
su cui, solo,
potremo vedere la luce
singola del giorno,
baciare a capo chino
il sussurro imperlato dei nostri lindi pensieri.

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