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Poesia

sentire di te

Ti vorrei toccar
con mano il cuore
per sentire
se dentro di me
la solitudine ha il tuo nome
se l'amore
è quel raggio di sole
che illumina
i miei giorni d'attesa
in quell'inutile pensiero
che ritorna a vivere in te.

Alessia e la conchiglia

Mare ad accadere. Occhi di Alessia
protesi a prenderlo nelle sue spirali.
Accade il tempo nel quadriportico
dell'amore il bacio di Giovanni a poco
a poco rarefatta l'aria serale tra stelle
semispente Giovanni nella camera dell'
amore e della mente nel darle il

Abbracciata alla paura

Ulivo
(preso dal web)
 
cos'è
quel gesto
impeccabile
nella mobile allegria
di finte ciglia
che sbattono tra le visoni
di false espressioni
 
palpebre gonfie
si muovono

Il fiume è vivo e morto

Morbosamente severo

il fiume ti scivola accanto

verde serpe

[il fiume è vivo e morto]

e striscia scaltro nel ventre della valle,

fin dove il guardo

ancora si trova a sperimentarti

ripercorrendo i caratteri

e la dolce timidezza

tra le lentiggini e gli occhi appena desti

Cose Così [del sole]

Allegro
il giorno del diamante
quando la pietra
nei ritagli di sole
preposta alla resa
riluce

non suono più

Avere tra le mani
l'amore malinconico
che non canta più
tra corde di passione
la melodia nostalgica
che non sai a chi appartiene
se al cuore o al poeta
o a quel vibrar di corde
che si nasconde
nota dopo nota

Commemorazione dei defunti

 

Torno, ogni tanto, davanti al loro avello

spinto dal senso di pietà, non solo quello

rendere omaggio a chi mi mise al mondo

sentire se dura il morso del rimpianto.

I fiori che vi misi l'altra volta, sono

senza colore, opachi, riarsa la corolla

appesi al vaso su quella colonna

Voracità

Il tuo corpo deve ardere
fino alla consunzione del desiderio,
per poi lodarne l'audace voracità.

il nostro dio (da legger sottovoce)

vìola
cuspidi
impazzite
su recessi insaziati,
il tarlo
ameno
del tuo pensiero,
e osservo
le forme
buone
stagliarsi
sul fioco
che s'appresta
a scender,

frantumo il tempo

frantumo
il tempo
arrischiandomi
a te,
percorro
senza brivido
la tua carne
assiepata
lungo le traiettorie
della mia finitezza,
 ancella appassita,
che chiede venia,
per quelle mani

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