Simbologia dell'Antico Egitto: Ankh |
La croce Ankh
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Abbiamo già detto che per definizione il simbolo è ciò che unisce due parti. L'Ankh faraonico illustra perfettamente un tale approccio al simbolo: è la chiave che mette in contatto il divino e l'umano. Per spiegare un simbolo egizio, occorre parlare dei geroglifici che ne sono la materializzazione. Così, Ankh si scrive con queste lettere:
Infine si aggiunge il determinativo. A è un braccio prolungato dalla mano, esprime l'azione. N è il contrario: la passività, l'orizzontalità'. KH è un setaccio, che filtra, ma mescola anche. Un'interpretazione globale dei tre segni permette di cogliere meglio il significato profondo del termine: l'azione turba la passività per ottenere un'efficace mescolanza di positivo e negativo. Il verbo ankh si può tradurre "vivere" e il termine nkh è il destino o Karma dell'essere. L'Ankh è costituito da due elementi ben distinti: i due bracci della croce e l'anello che li sormonta. In quasi tutte le tradizioni, la croce è simbolo di eternità: le due linee che la formano possono prolungarsi all'infinito nello spazio senza mai incontrarsi. Esse, tuttavia, hanno un punto d'incontro, o meglio di partenza. Là dove l'umano orizzontale si incrocia con il divino verticale, l'energia dinamica s'irradia nelle quattro direzioni dello spazio: il soprannaturale. Il soprannaturale può scaturire quando la terra orizzontale entra in relazione con il cielo verticale. Riccardo Giovannini |
-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Testo di Riccardo Giovannini [Tutmosi]
-Editing: Alexis, Emy Coratti, Manuela Verbasi
-Immagini tratte dal Web
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