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pende dal poggiolo distrattamente, come morto

forse lo diresti avvizzito, ma forse sta fingendo

l’ultimo geranio un dì carminio acceso

Dolce di sale questo mare e l'onda impetuosa ch'esce dai profondi occhi tuoi s'infrange e poi si cheta Adombrandosi assai timida nei pensieri tuoi passeggeri Che interrompono il fluire dei gioios

(sostanza di renitenza)
 
Fermati a guardare l’eterea forma che sfugge
e non aver paura di commettere alcun errore
rilassati nel sentire il suono della tua voce
all'interno di un corpo diventato sconosciuto.

Peccato, il mare è nero, non vedo niente

e a canzos s'animu si perdede

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Frusterò i tuoi sogni
ed i tuoi desideri
con lingue di fuoco

All’acqua! All’acqua! Si gridò.

 

Seppure in pochi alle grida, 

si fu ratti come argentee sogliole.

Balsamo d'anima
si spande sulla carta come fiume,
o polverosa essenza.
Tinge gli argini di ombre
ed il ventre di luce.
Sinuoso, come serpente,