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Poesia

Le liane

Le liane dilagano ruvide
su lavica selce,
evadono avide,
litanianti a un cielo allibito.
Pallide destreggiano
in alto, torturando le nuvole.
È semplice e orribile
il muoversi di serpe,
come di radici amare,

Di noi estasi ancora

estasi ancora
Non reagire,no... non dire nulla
ora solo all'estasi abbandonati.
 
La mia lingua sia  a percorrere
i mendri del tuo corpo ancora.
 
Sussultando in arcani disegni
sino all'ambita meta.
 
Ciò alla tua fonte

Il baratto della laguna (rime familiari, ricordando mio fratello)

 
Barattò, a mo’ di Totò
con la fontana di Trevi,
la gestione della laguna di Venezia
a un gruppo di sprovveduti austriaci!
Mi mandò in affanno per i suoi folli giochi,
ma l’inventiva e il successo
con le belle donne furono per me motivo

il tempo che muore

Il mare
questa immensa solitudine
che non ha stelle
ma solo un'orizzonte
riverso nel cuore
e il mio tempo è
sabbia tra le dita
di un fiume che muore
senza vedere il mare.
 

una voce

Ci sono parole
che restano scolpite
nella memoria del cuore
 nel ricordo
di chi ti ha amato
voci
che nei momenti di sconforto
di debolezza
rivivono nella tua anima.

Dopo e ancora dopo

 
 
 
Poi 
che avrò amato e combattuto
dopo le danze tra gli arabeschi dell'inferno
dopo le urla affiorate dagli abissi
dopo e ancora dopo
le promesse sussurrate

Illusioni

illusione
Sassi scagliati
da acque rabbiose,
tu sfogli
le mie pagine stinte
da un cielo rovente.
Il tuo sguardo è cera che cola.
S’accende lontano

La notte di un giovane invecchiato

Dicembre regna silente nell'aria gelida.
Un improvviso torpore mi blocca le membra,
e i piedi diventano timidi
e la pelle si raggrinza
e i pensieri prendono quota,
ma lo stesso i miei occhi si spengono
sotto una fronte più vecchia.
 

al crepuscolo

Al crepuscolo
cresce meglio il tempo mio,
sarà la luminosità diffusa
o la danza distratta
dei passeri
sui davanzali protesi,
sarà forse
il passo sfibrato
delle loro volute,
che si muovono prepotenti

nell'ignoto di noi

Non ha voce il silenzio
quando il cantare è della morte
tra i tendaggi del lutto
e il giorno ripiega nel volto disperso
Tutto è muto nell'anima
ora che la terra
chiude i cancelli della vita
mesto è il ritorno verso l'ignoto

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