Il tempo Abbandonato - Rita Foldi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il tempo Abbandonato - Rita Foldi

Ho smarrito qualcosa, nella nebbia questa mattina, passeggiando per i viali alberati del Giardino del Lussemburgo. Ho smarrito qualcosa e pur non sapendo cosa sia, provo una netta sensazione di mancanza. Le tasche sono vuote; la mente combatte contro una guerriglia di pensieri. Cammino, cammino, cammino. Ancora. Indisturbata dalle foglie dei castagni che dietro i miei passi scendono silenziose, percorro i lunghi viali sparpagliando ricordi [come coriandoli a carnevale]. Sono una sagoma nera [cullata] nel ventre di una macchia grigia. La nebbia scende ancora, si accumula, sempre più fitta, arriva alle ginocchia ormai. [Uccide il timido orizzonte]. Cammino, avanzo. Lascio che il vento sfogli il libro che porto sottobraccio; lascio che il vento sventoli il mio lungo cappotto e si diverta schiaffeggiandomi. Ripenso alla sagoma corvina seduta sul bordo della fontana, che ho salutato prima di avviarmi su questo boulevard alberato. Chissà se è ancora lì. Il suo pensiero è un’echeggiare di campana che mi assilla, senza, però, riuscire a fermarmi. Non torno sui miei passi. Chissà se è ancora lì, Dorian. L’ho abbandonata perché non facesse più parte di me, perché non vedessi più nel riflesso dei suoi occhi grigi il tempo scaduto. Era giunto il momento migliore per salutarla, staccarmi dall’ombra e ricordarle la sua non-eternità [anche contro la sua volontà]. La tramontana si rafforza, solleva il manto di foglie morte, scompiglia i miei lunghi capelli nascosti sotto il basco nero. All’improvviso sono nell’occhio di un ciclone che risucchia il berretto e per non perderlo, scelgo piuttosto di abbandonare il libro. Proust cade a terra in un tonfo sordo ed il [potente] vortice sparisce all’istante, sconfitto. Mi guardo intorno e quasi non percepisco niente: niente tranne la nebbia che, nell’incessante tuonare della campana, scende, sempre più compatta. Ripenso alla sagoma nera dall’altra parte del Giardino e sembra sia passato soltanto un minuto da quando le ho detto addio... Non è più lì, la fontana piange solitaria. Continuo a marciare senza raccogliere il Tempo perduto. Mi è impossibile voltarmi indietro oramai. [L’orizzonte prova a rinascere]. Calpestando le foglie che atterrano silenziose, giungo al cancello raccogliendo desideri. Ho smarrito qualcosa, nella nebbia questa mattina, passeggiando tra i castagni del Giardino del Lussemburgo. Ho smarrito qualcosa e avendo capito cos’era, non mi manca più. Cammino. Cammino. Cammino ancora. Metto le mani in tasca, e sotto le dita, sento tintinnare la chiave...

Rita Foldi [fallenfairy]


Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Supervisione Paolo Rafficoni
-Editing: Manuela Verbasi
-Racconto di Rita Foldi [fallenfairy]
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