Scritto da © inchiostroblu - Gio, 08/12/2011 - 14:39
New York. È notte, un uomo e una donna, due perfetti sconosciuti, si incontrano in un pub e casualmente si trovano a interagire… Escono dal pub, camminano per le vie della città; nessuno dei due sa nulla dell’altro e questo comunque non è quello che conta. Complici l’alcool, la solitudine che entrambi li caratterizza e il bisogno che è tipico dell’animo umano di gettarsi in esperienze emotive che escono dalla quotidianità, i due si ritrovano in una camera d’albergo e da lì in poi a intesseranno una relazione che condizionerà in modo definitivo le loro vite.
Tre camere a Manhattan è un libro in cui la passione, la gelosia e i tortuosi percorsi mentali che accompagnano una relazione viziata da questi due sentimenti la fanno da padrona. Simenon è bravissimo a caratterizzare i personaggi dipingendo in modo sapiente le molteplici sfumature della complicata relazione che vivono; è quindi anche un romanzo psicologico che è un’occasione per il lettore di confrontarsi con i personaggi come guardandosi in uno specchio, o perlomeno di riflettere su alcuni aspetti della relazione amorosa.
Il titolo fa riferimento ai luoghi in cui si dipana la vicenda; tre stanza diverse appunto, che corrispondono poi a tre fasi diverse della relazione.
Simenon si rivela in questo libro un sapiente romanziere della passione e un conoscitore della mente e dell’animo umano; e dimostra questa sua dote e competenza in poche pagine, quali sono quelle di questo libro che non è certo voluminoso.
Una lettura consigliata a chiunque cerchi qualcosa di più che un semplice racconto con il quale intrattenersi.
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