Quando ho preso in mano questo libro di circa 200 pagine, regalatomi qualche mese fa, pensavo che non l’avrei mai letto, forse perché i libri con i quali amo intrattenermi sono di narrativa fondamentalmente, classica o più recente. Ho comunque aperto il volumetto pensando di trovarmi tra le mani un saggio di letteratura un po’ noioso, tuttavia ho iniziato a leggere la breve prefazione a cura di Umberto Eco, del quale ho letto alcuni dei suoi libri più famosi e del quale avevo un’immagine assai seriosa, degna di un vero saggio, di un luminare. E invece…
Innanzitutto mi sono ritrovata a leggere le parole di un Umberto Eco decisamente ironico, leggero, divertente: poche pagine in cui racconta di un suo incontro con Benigni e di come discorrendo con lui prende vita quello che poi è stato prima il ciclo televisivo di letture della Divina Commedia e poi il seguito cartaceo: questo libro appunto. Eco con fare divertito racconta come dietro il comico estroso che tutti conosciamo si nasconde un uomo innamorato della cultura e di Dante soprattutto: Roberto Benigni conosce a memoria la Divina Commedia non per esigenze di copione ma lui perché Dante lo ama. Roberto Benigni ha saputo incantare milioni di telespettatori sera dopo sera leggendo, recitando e commentando Dante con passione sincera e profonda, trasmettendo energia positiva della quale era carico a chi, davanti al teleschermo, si godeva lo spettacolo: perché di spettacolo si trattava, nel vero senso della parola.
Dopo questa chicca di Eco ecco, sempre a mo’ di prefazione, la risposta di Benigni: ovvero come è andata quella chiacchierata con Eco dal suo punto di vista: ed è così che mi ritrovo a sorridere proprio come se ce lo avessi davanti quel mattatore toscano… la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia curiosità ormai accesa: questo libro dovevo leggerlo.
Mi sono così avventurata nella prima parte del libro nel quale Benigni commenta a modo suo alcuni canti della Divina Commedia (tutti canti dell’Inferno, tranne l’ultimo del Paradiso), restituendo al lettore un Dante “vicino” alla gente comune… Questo è il pregio da riconoscere a Benigni: l’aver avuto cioè la capacità di rendere la più grande opera della letteratura italiana qualcosa che tutti possono capire, conoscere, e che soprattutto diventa interessante… entusiasmante.
L’ultima parte è semplicemente la versione integrale dei canti che Benigni ha commentato e spiegato, nel suo modo unico ed eccezionale come solo lui avrebbe potuto fare; canti che riletti alla luce delle parole di Benigni acquistano un significato e un valore nuovo, quasi ci stupiscono… e ci si stupisce davvero alla fine per tutto quello che non abbiamo saputo apprezzare nei lunghi anni di scuola passati: viene spontaneo, chiudendo il libro, di ringraziarlo allora questo Benigni, per l’omaggio prezioso che ci ha fatto, restituendo Dante alle masse e non lasciandolo solo e dimenticato tra polverosi scaffali di biblioteche frequentate esclusivamente da noiosi letterati.
Federica Venanzi
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